Due parole sul respiro

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Oggi mi hanno mandato questa immagine che trovo stupenda.
chi mi conosce sa che è un argomento che mi sta a cuore,
ma oggi leggendola ho fatto un collegamento diverso e, guarda un po’, legato allo yoga.
una delle indicazioni principali durante una lezione tipo è “respira”, in ogni declinazione possibile.
“inspira mentre alzi le braccia, espira mentre il busto scende” e così via.
ma cosa vuol dire respirare?
lascia perdere la fisiologia del respiro, cosa intendiamo quando diciamo respira?
a volte la risposta che diamo a questa indicazione – che è una indicazione fondamentale, la base del vinyasa –
è entrare in una respirazione eccessivamente ampia.
la realtà del respiro è che nello yoga che va di moda adesso si lavora con respiri ampi
e si tende alla continua iperventilazione.
ma c’è bisogno di un respiro molto ampio quando siamo in una posizione statica?
il respiro in una lezione di yoga molto fisica avvicina la pratica ad un “workout”, ma allontana dalla pratica.
il respiro dovrebbe sempre adattarsi all’attività del momento.
durante una corsa il respiro “corretto” sarà diverso dal respiro “corretto” durante il sonno (o almeno si spera!).
e qui veniamo alla foto, e ovviamente mi fermo all’idea di base senza prendermela con i carlini.
l’idea di base è che quando l’uomo si mette in mezzo, fa solo casini.
così con la natura, così col respiro.
l’enorme, incredibile e meravigliosa scienza del pranayama (scienza e arte insieme)
è la via del togliere di mezzo quello che impedisce un respiro naturale. punto.
riscrivo:

pranayama è la via del togliere di mezzo quello che impedisce un respiro naturale.

e ci vuole davvero parecchio per entrare in un vero respiro naturale.
allora vorrei lasciarti con questa semplice indicazione.
durante la tua prossima lezione, lavora sul trovare l’essenza,
la pura funzionalità del respiro, la sua spontaneità.
poi mi fai sapere, ok?
namaste


Categories: Yoga destrutturato

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