La Ruota del Karma

Tempo fa ho chiesto a voi tutti un tema da approfondire in questi articoli.

Tra le risposte è arrivata lei, che mi interessa sempre molto:
il concetto di Karma nella nostra esperienza.

ruotakarma

Il karma è un concetto orientale ma che oramai è ampiamente diffuso anche da noi.
Nella comprensione comune è giustamente legato al concetto di causa ed effetto,
ma a volte l’interpretazione è quella di una retribuzione, in qualche modo.
Se fai il bene, ti arriverà il bene, se fai il male, ti arriverà il male.
Sembra bello e giusto, ha una similitudine con il concetto di paradiso e inferno,
anche se invece di una vita nell’aldilà si parla di altre vite, secondo il concetto indiano della reincarnazione.
Se siamo nati esseri umani, è perché nella vita precedente abbiamo accumulato meriti,
se siamo nati in una famiglia benestante o senza particolari problemi fisici,
evidentemente i nostri meriti sono stati particolarmente alti.
D’altra parte, se le nostre azioni in questa vita saranno malvagie,
nella vita successiva potremmo reincarnarci, che so, in un lombrico!
tanti anni fa, quando la conoscenza del mondo intorno a noi era scarsa,
questa nozione di Karma era capibile ed infatti diffusa,
non a caso era anche la visione di Buddha o Vivekananda, non poteva essere altrimenti.
Ma al giorno d’oggi questa nozione è estremamente semplicistica e a volte, se posso, addirittura oscena!
Questo perché mi è capitato dal vivo di assistere a conversazioni in cui
“maestri illuminati” spiegavano ad una povera donna come mai suo figlio malato “evidentemente” aveva fatto qualcosa in un’altra vita!
Ancora oggi ricordo la rabbia e delusione della madre davanti  a questa accusa ignobile e meschina,
figlia di uno scarso approfondimento di Sè e di poca compassione.
Eppure capisco da dove derivi questa interpretazione.
Abbiamo tutti bisogno di dare un senso alla nostra vita, è una profonda caratteristica dell’essere umano.
Abbiamo bisogno di giustizia, bisogno che ci sia un qualcosa di più alto,
che in qualche modo ci garantisca che il male che subiamo,
o semplicemente vediamo intorno a noi sarà punito,
e che il bene fatto non vada disperso.
Alla fine tutto si collega, mi sembra, alla paura della morte, e al nostro bisogno di controllo.

La domanda che mi faccio sempre in questi casi, domanda che vi giro, è:
“siamo sicuri che le cose stiano così? che prove abbiamo?”.
Ovviamente, non ci sono prove di altre vite, se non racconti aneddotici, storie sentite dire,
e sedute di regressioni ipnotiche già ampiamente sbugiardate da ricerche più profonde.
Posso credere senza prove solo perché, forse, trovo conforto in questa credenza?
La mia personalissima risposta è ovviamente no, e trovo una incredibile libertà
nell’osservare la realtà di quello che conosco, per quanto poco sia,
nell’onorare la mia vita perché è l’unica di cui sono sicuro,
e nell’imparare a gestire il dolore e il distacco, perché sono caratteristiche naturali dell’esistenza.
Allora possiamo chiederci se ci sia una nozione di Karma che sia utile adesso,
usufruibile per noi senza investire in cose soprannaturali o non provate.
La risposta ovviamente è sì, e basta andare appena al di là della superficie per comprenderla.

Karma in sanscrito vuol dire semplicemente azione.
La legge di causa ed effetto entra in gioco con grande semplicità quando consideriamo che ogni azione ha una sua conseguenza.
Ogni seme produce un suo proprio frutto.
Come il buddha diceva: “qualunque cosa un monaco frequentemente pensi e consideri, quella diventerà l’inclinazione della sua mente”.
Una frase molto semplice che ho sentito tanti tanti anni fa è questa:
Semina un pensiero e raccoglierai un’azione,
semina un’azione e raccoglierai un’abitudine,
semina un’abitudine e raccoglierai un carattere,
semina un carattere e raccoglierai un destino.

Quando, attraverso la pratica dello yoga e della meditazione,
alleniamo la nostra mente ad essere aperta, positiva ed amorevole,
questa tendenza semplicemente aumenterà,
e sarà  più semplice trovare il bello o l’insegnamento nelle difficoltà che sicuramente capiteranno.
Questa è una nozione di karma semplice, ovvia,
eppure incredibilmente trasformativa quando applicata con costanza.

Non c’è  una punizione o una ricompensa se si fa il male o il bene, più che altro c’è una promessa!
quando decidiamo di compiere buone azioni morali,
quando optiamo per il bene, l’azione stessa è nostra ricompensa.
Il nostro cuore è più aperto quando accogliamo l’altro, e aperto al bene e al bello.
Questa frase suona fin troppo new age alle mie orecchie,
ma al momento non saprei come cambiarla, né se valga la pena cambiarla,
visto che alla fine è decisamente vera.
Un mio caro amico e maestro mi diceva sempre:
“vuoi il segreto semplice della felicità? fai qualcosa per gli altri! non c’è altro!”

Quando, oltre a fare del bene, ci incamminiamo in un percorso di ricerca interiore,
la promessa è quella, ancora più grande, di una piena espressione del nostro essere,
probabilmente al di là delle nostre aspettative,
se lavoriamo con coscienza e presenza mentale.

Al contempo, la promessa diviene “condanna” o almeno profezia decisamente negativa,
nel momento in cui le nostre azioni sono dettate dal nostro ego.
Non a caso a volte l’ego viene chiamato “piccolo Sè”.
quando agiamo dall’ego, qualcosa si chiude dentro di noi,
la nostra promessa di grandezza svanisce in quel momento,
e la nostra voce interiore, quella più “alta”, non riesce più a raggiungerci.
Siamo veramente più piccoli di come potremmo e dovremmo essere!

Questo è un punto per me molto importante.
Non riusciamo davvero a renderci conto di quanto si possa vivere la nostra vita,
parlando, pensando, agendo, ma rimanendo ad una percentuale piccolissima del nostro potenziale,
a livello di curiosità, di stupore e di energia, ma soprattutto di quiete e compassione, di consapevolezza!

Yoga è troppo spesso una semplice sequenza di posizioni,
ed il benessere che segue è quello che altre persone traggono da altre discipline,
da una “normale” lezione di ginnastica, tango, salsa, o quello che vuoi.
Non credo che dovremmo essere così arroganti da pensare il contrario.
Eppure nello Yoga c’è dell’altro, e questo concetto di Karma ne è una parte fondamentale.
tolta la parte folkloristica, quello che rimane è di incredibile importanza per la nostra vita.
Lo sviluppo spirituale, che alla fine vuol dire semplicemente benessere a tutti i livelli possibili del nostro essere,
è dato in parte da questa “sintonizzazione” verso un atteggiamento aperto e consapevole.
L’altra parte è data da come il passato influenza il presente.
La presenza mentale, intesa come osservazione non giudicante dei processi della mente,
piano piano rivela le nostre tendenze e soprattutto le nostre re-azioni.
Fino a che non siamo consapevoli, quello che facciamo è semplicemente mettere in scena il nostro passato,
reagendo a quello che accade nel presente a seconda dei traumi o delle abitudini o degli esempi del passato.
Reagiamo e non agiamo.
Per questo c’è una frase che ricorre spesso nelle filosofie indiane, il concetto di karma che viene bruciato.
nella Bhagavad Gita si dice:
“Come il fuoco ardente riduce il legno in cenere,
allo stesso modo, il fuoco della conoscenza di sé riduce tutto il karma in cenere”.

Fino a che non siamo pienamente consapevoli,
mi sembra che il concetto stesso di libero arbitrio risulti decisamente compromesso!un altro mio carissimo maestro mi disse una volta:
“è vero, secondo la Bhagavad Gita attraverso la meditazione possiamo bruciare tutto il karma passato,
ed occuparci del Karma futuro, se è per questo, ma soltanto per un 95%”.
Quello che intendeva è che non dobbiamo mai perdere di vista il caso,
la possibilità che qualcosa di imprevisto accada.
una visione realistica del concetto di Karma deve mantenere questo piccolo spazio aperto.
quello che ti succede probabilmente deriva da ciò che hai seminato,
più le cose che accadono normalmente!
conosco persone che dicono: “ero in ritardo, ma mi sono concentrato sul pensiero positivo e tutti i semafori sono diventati verdi!”.
dare valore eccessivo ad una coincidenza, come in questo caso, ci dà una visione distorta della realtà.
Non è quello che vogliamo, non è la nostra pratica.
la nostra pratica è vedere le cose come stanno, senza aggiungerci nulla.Riuscite a vedere come questa tendenza derivi dal bisogno di controllo?
dall’idea che se siamo abbastanza bravi/spirituali/positivi, nulla andrà male?
beh mi dispiace dirvelo, ma le cose andranno male!
ci ammaleremo, invecchieremo, perderemo persone vicino a noi e,
anche se adesso ci sembra impossibile, moriremo.
questa è la verità, o meglio, questa è una parte della verità.
l’altra parte è decisamente migliore:
la pratica costante porterà inesorabilmente ad una conoscenza profonda di sè
(quello che si dice “bruciare il Karma passato”)
questa conoscenza creerà il giusto  “spazio interiore” che ci permetterà di affrontare ogni cosa in modo diverso.
rabbia, malattia, perdite, morte.
vedere gli avvenimenti imperfetti in primo piano,
ma vederli su uno sfondo perfetto.
questa è una promessa di profonda Libertà!Namaste
tk


Categories: Yoga destrutturato

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